arriminata

arriminata

arriminata f. (261 Sclàfani, 262 Caltav., 268 Gratteri ), rriminata (264 Colles. , 281 Pòllina ) pietanza a base di farina o semola di frumento, oppure di farina di fave (281), cotta in acqua salata e condita con olio e formaggio grattugiato, oppure cotta nel brodo di finocchietti selvatici o di cavoli. (281 Pollina) rriminata di papalinia pietanza a base di farina di granoturco grossolanamente molita cotta nelle verdure e condita con olio. rriminata di anguzzi (281 Pollina) pietanza preparata con cicerchie grossolanamente molite e cotte in acqua salata. → rriminuni.

◙ L’etimo è rintracciabile nel verbo (a)rriminari tr. ‘mescolare, rimestare’, come l’it., e partic. toscano, ‘remenare’ (cfr. M. Cortelazzo e P. Zolli, Dizionario Etimologico della Lingua Italiana, Zanichelli, Bologna 1979-1988) ulteriormente intensificato dal prefisso AD-, con chiaro riferimento all’azione di mescola attenta degli ingredienti al fine di non produrre grumi e addensamenti eccessivi. Il suffisso -ata riporta, sul piano formale, al participio del verbo, così come, per esempio, la farinata ncucciatu e ncucciata (da ncucciari ‘aggangiare’ e ‘ridurre a granuli’) o il nome della focaccia scacciata (dal verbo scacciari ‘schiacciare’). Tuttavia, questo suffisso sembra esprimere significazione ulteriore rispetto a quella propria del tempo verbale, così come si può riscontrare, d’altronde, nell’it., e sic., frittata (da fritto, participio di friggere). Nelle varietà siciliane, il suffisso -ata è particolarmente produttivo nella formazione di nomi di pietanze derivate da nomi, spec. di ingredienti, così come, per esempio, in  arianata  (‘tipo di focccia’, da arianu ‘origano’), giddata (‘tipo di focaccia’, da gidi ‘bietole’), farinata (tipo di farinata’ da farina ‘farina’), simulata (‘tipo di farinata’, da sìmula ‘semola’), cicirata (‘tipo di farinata’, da cìciru ‘cece’) e, ancora, cipiddata (pietanza a base di cipuḍḍa ‘cipolla’), cucuzzata ‘zucca candita’ e ‘minestra di zucca’ (da cucuzza ‘zucca’).

Questo tipo lessicale è stato riscontrato anche a Caccamo (PA) e in alcune altre varietà siciliane di area agrigentina (Calamonaci, Montallegro, S. Angelo Muxaro, Cattolica Eraclea), ennese (Riesi) e, nell’area sud-orientale, a Palazzolo Acreide (SR).